È facile andare in Messico su un bus usato se sai come farlo.
Provate a mettere insieme nella vostra centrifuga la voglia di viaggiare, una passione smisurata per la fotografia e per la pasticceria artigianale, l’idea di poter risparmiare su affitti e costi dei biglietti e quella di intraprendere un lavoro di ricerca e conoscenza delle diversità. Pronti? Schiacciate ora il tasto di accensione del vostro aggeggio e vedete cosa ne viene fuori.
Ok, avete bisogno di un tutorial da cercare in rete? Ce l’abbiamo! Segnatevi questo blog tra i vostri preferiti. Scoprirete e potrete seguire in questo modo l’avventura intrapresa da un paio di mesi a questa parte da Alessandro e Simona, che con gli ingredienti di cui sopra hanno tirato fuori dal proprio forno un viaggio in America Latina su un vecchio International 7.2 L acquistato negli Usa, per poche migliaia di dollari, tramite il sito Craiglist.
L’International 7.2 L in questione è un bus che la compagnia petrolifera Chevron utilizzava in passato per trasportare i lavoratori all’interno dei cantieri e che ora è stato ribattezzato dai due Gonzalo Guerrero el Grillo. Il nuovo nome era certo d’obbligo, dopo che il “vecchietto” è stato rimesso a nuovo e arredato come meglio non si poteva. Un lavoro necessario per dare spazio, oltre che a “una specie di bagno e una specie di doccia”, a una cucina, una libreria e soprattutto a un laboratorio e set fotografico dove poter continuare lo studio e la realizzazione del lavoro che Alessandro Parente sta portando avanti negli ultimi mesi; quel Fotograhahaph! con cui il giovane abruzzese ha rispolverato dal passato il sistema delle istantanee al collodio umido subito pronte.
Fotograhahahph! from CALAVERAS STUDIO on Vimeo.
Il lavoro al collodio umido (o ambrotipia) a cui lavora Alessandro è un particolare metodo di stampa fotografica su vetro utilizzato già nel 1800 e che oggi rivede la luce in giro per piazze e feste di paese grazie ai set organizzati dalla coppia in momenti che rendono l’esperienza fotografica un evento ogni volta irripetibile. Il senso di questo viaggio invece, o comunque uno tra i tanti che potrebbero venirne fuori, sta proprio nell’idea che l’unicità di queste foto possa essere paragonata a quelle di molti popoli in America Latina, in lotta o in resistenza per preservare le biodiversità e le proprie culture dagli attacchi di un mondo che le multinazionali vorrebbero sempre più omologato. Questo, unito alle ricette e alle possibili contaminazioni culinarie che ne verranno fuori lungo la strada, è ciò che Alessandro e Simona cercheranno durante il viaggio che a breve li porterà a salpare da San Francisco, prima verso Los Angeles e poi giù in Messico, tappa iniziale della marcia che gli farà attraversare l’intera America Latina.
Un viaggio senza porre limiti alla fantasia dunque, con l’unico obiettivo stabilito quello di andare a ricercare nei visi immortalati e nelle conoscenze fatte lungo il tragitto culture e idee del “nuovo mondo”, cercando in questo modo di creare un grandissimo inventario fotografico/culinario che i due sperano possa un giorno diventare un libro. Nell’attesa di vedere tutto nero su bianco intanto, i link da tenere d’occhio per seguirli da vicino e per non perdersi un capitolo di questa storia li trovate qui a seguire.
Gianluca Salustri
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